Premessa: Cosa significa viaggiare? Letteralmente significa “spostarsi da un luogo ad un altro”. Credo però che il termine più appropriato sia Esplorare ovvero “Voler conoscere, comprendere”. Tengo a specificare dunque che userò i termini viaggio e viaggiare, puramente per comodità.
Si dice che un viaggio si vive 3 volte: quando lo si sogna, quando lo si vive e quando lo si ricorda.
Credo sia esattamente cosi.
Anzi, sono convinto che un viaggio non finisca mai, a patto però di essere disposti a viverlo a “cuore aperto” ovvero senza avere la presunzione di conoscere ciò che si ha davanti agli occhi. Spesso, la fotografia, può farci correre il rischio di concentrarci troppo sull’aspetto di ciò che stiamo vivendo precludendoci l’essenza delle cose, riconducibile ad una visione d’insieme del momento vissuto.
Se approcciato così, un viaggio può non avere mai fine.
Può non avere fine perché, mentre le viviamo, le cose hanno un sapore unico, a volte nuovo per noi e quei pensieri o stati d’animo provati in viaggio, una volta metabolizzati, possono entrare a far parte della nostra visione della vita che per forza di cose andrà ad intersecarsi alla realtà e alla quotidianità.
Il bagaglio di Esperienza che portiamo a casa, potenzialmente, può assumere un valore immenso, a volte addirittura determinante per la nostra vita.
Questo processo, a mio avviso, può essere definito Crescita.
Ogni esperienza inoltre, può essere linfa che alimenta la nostra continua curiosità, voglia di scoprire e vivere.
Ogni viaggio dunque lascia dei segni indelebili in noi, segni che per la maggior parte delle volte sono insegnamenti, insegnamenti di vita.
Ciao Alvise, ci siamo confrontati molte volte su questo e altri temi correlati e sai che siamo assolutamente allineati da questo punto di vita. Tornare significa metabolizzare e il viaggio non può, non deve finire. Vorrei parlare un attimo del rapporto viaggio-fotografia, sono poi convinto che questo thread continuerà con confronti interessanti. Il viaggio finisce, o meglio, il senso del viaggio finisce quando ci si muove da A a B con l'ansia di dovere (non volere) fotografare tutto, senza distogliere lo sguardo dal mirino. Realizzare delle immagini per avere dei ricordi secondo me è un modo di dire che dovrebbe essere estirpato al giorno d'oggi: non si parte più (salvo eccezioni) con il rullino da 16, 32 foto, ai tempi poteva avere senso. Oggigiorno, avendo la possibilità di fotografare ogni secondo, il senso e il potere della fotografia sono drammaticamente cambiati e a volte arrivo persino a chiedermi fino a che punto abbia senso fotografare 😉 Raccogliamo il più possibile lungo il cammino, una fotografia la si può perdere negli anni, un'emozione no. Siate fotografi "analogici" nel periodo del digitale! Less is more Andre
Dipende tutto da come si guardano le cose.
Credo che dopo aver scattato 200 immagini ed essersi resi conto che nessuna di esse ci rispecchia, sia un bel atto di crescita.
Quindi che sia digitale o meno, non fa molta differenza.
Tutti lungo il nostro percorso abbiamo scattato a casaccio, e per come sono fatto, avrei fatto lo stesso con una fotocamera analogica se ne avessi avuto la possibilità (economica per acquistare i rullini). Diciamo che all'epoca in cui scattavo senza pensare, e senza ottenere i risultati sperati, non ho mai dato la colpa al digitale.
Vitale, è stato invece fermarmi a pensare, a riflettere, a pormi domande.
Da li il cambiamaneto.
Tutto parte da noi!
Un aiuto per separare le foto dirette ad estirpare ricordi da quelle che invece sono veri e propri "selfie" del nostro essere, viene dato dagli smartphone.
Il ricordo si "porta a casa" con quest'ultimo :)
Tuttavia, se vogliamo selezionare anche i ricordi, possiamo ricorrere alla fotografia istantanea: io stesso ho fatto questa scelta, e devo dire che questa ulteriore scrematura rende letteralmente unico il ricordo di un'esperienza oppure di un qualsiasi momento di vita che consideriamo prezioso.
Per quanto riguarda il viaggiare, mi ha aiutato molto farmi questa domanda: "Partirei senza fotocamera?"
La risposta è stata affermativa, mi conosci, ma al giorno d'oggi è assai semplice farsi colpire dall'ansia di prestazione, dalla voglia di emergere mediante i like, e non attraverso la fotografia di noi stessi.
Ritrovarsi all'interno delle proprie immagini ci da una gioia che non potremo mai provare in nessun altro modo.