“Voglio spingermi ancora più in là, mi addentro così nel labirinto di pietra che cambia volto di giorno in giorno e che non svanisce sotto le intemperie dei millenni. Mi scontro con diversi profili singolari e a volte sinistri, quell’attrito però si trasforma rapidamente in una carezza: dopo un intenso girovagare mi accorgo che questo immenso intrico di forme mi sta insegnando a produrre silenzio.
Allora mi accuccio, lascio che il mio corpo venga accolto fra le ruvide braccia disegnate dagli spaventosi venti dell’altipiano ed è così che divento roccia: sono muto, statico…ma in continua evoluzione. Oggi nasce un nuovo me…”

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(Immagini tratte dalle mie esplorazioni nella Puna argentina e noroeste).