Il mio momento perfetto
- Andrea Pozzi
- 27 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 5 giorni fa
L'Araucanía è la mia "regione del cuore"! Un'area vulcanica del Cile centrale caratterizzata dalla presenza degli imponenti alberi millenari di araucaria, che si innestano magnificamente in un paesaggio assolutamente primordiale e fuori dagli itinerari turistici.
Anni fa, passeggiando per le vie di Punta Arenas (capitale della Patagonia cilena), mi imbattei in un libro di illustrazioni naturalistiche che descrivevano la biodiversità di questo stato stretto, lungo ed incredibilmente vario per la diversità di paesaggi che sa offrire.
Tra le illustrazioni presenti spiccavano gli alberi di araucaria, endemici di Cile e Argentina, che con il loro aspetto primordiale mi fecero immediatamente balzare con la mente ad epoche antiche, quando i dinosauri ancora abitavano il nostro pianeta...
Fu l'inizio di un sogno. Da quel giorno decisi che, a tutti i costi, avrei viaggiato in quelle regioni per ritrovare le atmosfere primordiali che tanto mi emozionavano da bambino, con il desiderio di raccontarle attraverso la fotografia, restituendo all'osservatore la sensazione di trovarsi in un mondo preistorico, sospeso fuori dal tempo.
La foto
Quella mattina mi trovavo in contemplazione fra le nebbie mattutine, magnificamente comuni in quell'area.
Faggi australi, araucarie, barbe ("barba de viejo", così le chiamano da queste parti) che penzolavano dai rami e dai tronchi...ambientazioni che sapevano riempirmi di emozione e infinita gioia. Anche senza fotografare.
Il gusto di poter testimoniare un qualcosa di unico però, prima o poi, prende il sopravvento. E quando quel brivido comincia a scorrerti dentro, è il momento far coesistere la tua parte razionale con quella creativa, con l'obiettivo di catturare un momento perfetto.
Anzi: il TUO momento perfetto! Perché un momento perfetto" universale non esiste, la soggettività dell'esperienza sta alla base dell'arte fotografica, altrimenti rischieremmo solamente di perdere una preziosa occasione...
Ripensando a quell’immagine, mi rendo conto che in fotografia c’è sempre la possibilità di ottenere “qualcosa in più”.
In quel momento, il mio intento era di ritrarre la magnificenza degli alberi in mezzo alle nebbie. Le brume hanno sempre un fascino speciale, ci facilitano il compito in fase di composizione, velano parte del paesaggio. Esaltano solo certi elementi...che appaiono così più misteriosi e impalpabili, immersi in una luce eterea.
Ma c'era di più, fin dal crepuscolo il richiamo dei parrocchetti aveva catturato la mia attenzione. Le nebbie venivano e si diradavano rapidamente e gli uccelli volavano da qualche parte sopra la mia testa. Li sentivo gridare nell'aria.
Pur concentrato sul paesaggio, in fondo al cuore sognavo di poter includere anche loro in quel racconto visivo.
Sempre servendomi del mio treppiede, decisi di modificare i parametri di scatto in previsione di un loro possibile ingresso nel fotogramma. Aumentai la sensibilità iso di due stop di luminosità, riducendo i tempi di scatto (per evitare il mosso degli uccelli che, nella più rosea delle ipotesi, mi sarebbero sfrecciati davanti a velocità supersonica!). Aprii il diaframma ma non troppo, in modo da non rinunciare a una buona profondità di campo (non sapevo se e dove gli uccelli si sarebbero inseriti nel frame).
Decisi che sarebbe stato il destino a creare l'immagine.
Impostai la messa a fuoco sull'albero principale e non seguii il movimento degli uccelli. Attesi semplicemente che si inserissero nel frame, sperando che lo facessero nel modo più armonioso ed esteticamente coerente.
Raffica di scatti.
E, dopo 20 minuti di attesa, accadde: lo stormo si inserì magnificamente nella cornice che con cura avevo preparato per loro.
Come sparati da un cannone sulla tavolozza naturale, si incastonarono nell'area di messa a fuoco precedentemente battezzata e io potei così celebrare la "cattura del MIO momento perfetto".
Perfetto sì, pur in una fotografia imperfetta, ma va bene così!
L'imperfezione sarà la grande conquista della prossima decade...e questo di per sé potrebbe essere il titolo di una prossima riflessione qui sul blog FL...
Quella mattina, nella mia immaginazione, desideravo soltanto valorizzare quegli alberi primordiali in un'atmosfera unica. Ma ciò che udivo attorno a me poteva parte integrante della scena, la ciliegina sulla torta.
Grazie a un po' di pre visualizzazione, pazienza, ottimismo, fortuna e scelte tecniche, riuscii con orgoglio accontentare quel bambino curioso che sognava un giorno di poter incontrare uno pterodattilo.
O, perché no, addirittura uno stormo! :D

Per i più tecnici e curiosi ecco qualche dato:
Fotocamera: Canon 5D MKIV
Obiettivo: 100-400mm f/4 @ 220mm
Tempo di scatto: 1/1600
Diaframma: f/8
Sensibilità ISO: 400
Potete visitare la galleria dedicata alle foreste primordiali del Cile a questo link: ANCIENT AUTUMN IMPRESSIONS
Un saluto e a presto,
Andre
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