È quello che abbiamo provato durante il recente photo tour nei deserti egiziani.
Sarà stato merito della nostra fantastica guida beduina, che da 19 anni scandaglia i deserti dell'Egitto come se fosse casa, sarà grazie alla nostra immensa voglia di entrare a far parte di un ambiente apparentemente ostile ma in fondo accogliente, chi lo sa...
Quello che rimane è un'esperienza di vita straordinaria, che ci ha permesso di ammirare paesaggi che una manciata di persone al mondo ha avuto il privilegio di vedere.
Dormire in tenda sotto un tappeto di stelle, nel silenzio più assoluto, è stato un vero e proprio privilegio. Così come poter scegliere a nostro piacimento l'esatto punto dove posizionare il campo tendato per avere la possibilità di svegliarsi all'alba circondati da meraviglie naturalistiche da lasciare senza fiato...
È il caso di questa foto.
Ci trovavamo in fase esplorativa in uno dei deserti meno conosciuti dell'Egitto (no, non si tratta del deserto bianco e nemmeno di quello nero!), quando ci siamo imbattuti in questa formazione rocciosa monumentale...
A lasciarci senza parole è stata soprattutto quella sorta di lisca di pesce fra la sabbia...o scheletro di balena, come se un essere vivente marino avesse abitato quelle terre, ora apparentemente prive di vita, centinaia di migliaia di anni fa...
Si trattava in realtà incredibili croste di fango che solo Dio sa come si possano essere formate e distribuite in tal maniera nella sabbia...
Il paesaggio circostante era pieno di dettagli che definire surreali è poco, a tratti sembrava di camminare in un'immensa stanza piena di cristalli...e lo si poteva fare solo in punta di piedi, tant'è che ci siamo trovati più volte a togliere le scarpe nell'intento di non rovinare un paesaggio così vergine e intatto.
Durante la nostra esperienza, per almeno 3 giorni consecutivi, non abbiamo incontrato anima viva.
Nessuna persona, nessun 4x4 in giro, niente di niente.
Nessuna traccia nel deserto, o meglio, solo qualche traccia sbiadita qua e là, appartenente però alla stessa jeep sulla quale eravamo seduti!
E allora l'adrenalina sale, l'idea di scoprire ambienti mai visti in fotografia è forse la cosa più bella per noi amanti del paesaggio.
Alla conquista della libertà, di sensazioni forti, di momenti puri, lontani dalla routine quotidiana e soprattutto lontani dalla trappola infernale chiamata internet.
Solo il piacere di camminare fra rocce di ogni colore, fossili antichi, dune di sabbia e forme bizzarre. L'Egitto ha avuto il potere di stregarci e ci ha permesso di tornare a casa con ricordi e fotografie che custodiremo gelosamente.
La foto
Pensate di campeggiare a pochi metri da questo luogo. Sembrava di trovarsi su Marte o chissà dove. Pensate di aprire la zip della tenda e avere la possibilità di sentirvi davvero sperduti nel nulla, sentendo il paesaggio parlare: di giorno, all'alba, al tramonto e di notte. Costantemente, in maniera diversa.
L'incidenza della luce sarebbe stata perfetta al tramonto e da qui la decisione di campeggiare proprio qui, con la possibilità di raccontare un paesaggio forse mai fotografato prima (?)
Il contrasto cromatico fra il fango essiccato e la sabbia era assolutamente straordinario, così come le forme del territorio. Il cielo sgombro di nubi suggeriva la sensazione di un mondo alieno, al di fuori dai nostri radar. Forse un pianeta sconosciuto e abitato da pochi esseri viventi, noi!
Importante l'utilizzo del polarizzatore in questo caso ma non al massimo del suo potenziale, in modo da non creare spiacevoli aloni in cielo, come spesso capita quando si utilizzano focali grandangolari.
Non facile bilanciare l'immagine, volendo includere il "sentiero" candido che porta verso la roccia principale...ma come spesso capita in fotografia "done is better than perfect" ossia "fatto è meglio che perfetto". A volte ricercando la perfezione sia compositiva che tecnica ci scordiamo dell'importanza della testimonianza, in primis, e della luce in seconda analisi.
La luce migliore, quella più incisiva, a queste latitudini dura davvero poco. Il paesaggio viene letteralmente scolpito dalla luce per pochi minuti, a volte secondi, ...e succede spesso circa 20 minuti dopo il tramonto, anche più tardi. E allora bisogna essere pronti.
Ci eravamo pregustati e avevamo studiato la location qualche ora prima per farci appunto trovare sul pezzo, questo è il risultato di un'entusiasmante sera nel nulla del deserto egiziano.
Pochi minuti dopo le nostre guide beduine ci avrebbero preparato una succulenta cena davanti al fuoco...momenti che valgono la pena di essere vissuti e che danno valore alle nostre esistenze.
Colgo l'occasione per ringraziare i miei stupendi compagni di viaggio, per il grande entusiasmo e la determinazione messa in campo.

Per i più tecnici e curiosi ecco qualche dato:
Fotocamera: Canon 5D MKIV
Obiettivo: 16-35mm f/4 @ 29mm
Altro: filtro polarizzatore
Tempo di scatto: 2.5"
Diaframma: f/13
Sensibilità ISO: 200
Il Sahara egiziano entrerà prepotentemente a far parte dei prossimi calendari fotografici, non vedo l'ora di tornare in quei deserti sconosciuti per poter realizzare con voi immagini di grande valore!
Ad inizio 2026 si torna da quelle parti...non perdete nessun aggiornamento: TUTTI I VIAGGI
Un saluto e alla prossima,
Andre
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