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Il mio pensiero (ad oggi) sull'AI, l'intelligenza artificiale

È qui, ci siamo! Ormai non è più questione di attendere, di sperare, di cominciare ad abituarsi o di conoscere. L'Intelligenza artificiale, l'AI (artificial intelligence), fa ormai parte della nostra quotidianità in diversi ambiti.

Se restringiamo il campo alle arti visive e alla fotografia, che cosa ci aspetta in futuro?

L'intelligenza artificiale è da tempo un argomento di discussione fra gli appassionati di fotografia. Scrivere un prompt in un programma di AI (io ad esempio, per farmi un'idea a riguardo, ho testato Midjourney) può produrre immagini sorprendentemente realistiche, che a volte sembrano in effetti fotografie (tenendo anche in considerazione che, in media, le persone al giorno d'oggi visualizzano le immagini esclusivamente sul piccolo schermo del proprio smartphone e per pochi secondi).

C'è da preoccuparsi?

Sarà questa la fine della fotografia (?), si chiedono in tanti.

Siamo di fronte a una minaccia reale o si sta solo enfatizzando il potenziale problema?

Se analizziamo quello che è oggi (agosto 2024) l'AI legata al mondo fotografico, possiamo dire che da un certo punto di vista, la nuova tecnologia ci permette di migliorare e non poco le nostre immagini finali. L'apprendimento automatico attraverso AI viene utilizzato dai vari software come Photoshop o Lightroom per correggere difetti, per rendere le foto più nitide, per selezioni e maschere, per rimuovere il rumore ecc ecc.

Nonostante io abbia un workflow piuttosto consolidato, devo dire che negli ultimi tempi l'aiuto di software così avanzati si è fatto sentire e che ha aiutato/stimolato il mio processo creativo. Da questo punto di vista credo che si possa essere tutti concordi: l'AI sta arrivando dove l'evoluzione tecnologica non era ancora riuscita ad arrivare, nonostante il lancio sul mercato di decine di nuove performanti fotocamere, anno dopo anno. Questi nuovi strumenti hanno appunto il potere di rendere il nostro flusso di lavoro nell'editing decisamente meno dispendioso in termini di tempo e anche più divertente. Per anni (soprattutto i primi tempi, quando ero meno avvezzo alla post produzione) ho scattato immagini che a volte rimanevano inesorabilmente nel dimenticatoio, presentavano infatti problemi tecnici apparentemente insormontabili. Non avevo ancora le conoscenze e i mezzi per poterle elaborare con cognizione e soprattutto con piacere!

Quelle stesse foto, diciamo pure "inutilizzabili", possono ora prendere vita sicuramente grazie alle mie conoscenze attuali ma anche grazie a questa nuova frontiera. Credo che questa sia un'opportunità grandiosa, soprattutto da un punto di vista emozionale.


Dall'altro lato della medaglia, l'intelligenza artificiale ci ha anche messo di fronte a una miriade di immagini che vengono spacciate per fotografie reali!

È tutto così immediato: c'è solo da digitare qualche parola (cioè un prompt) e il programma di turno vi fornirà una selezione di risultati, tipicamente 4, che corrispondono a ciò che avete scritto. In base alla validità del programma e a ciò che andrete a scrivere nel prompt, i risultati potranno sembrare insensati o, al contrario, molto realistici. Addirittura stupefacenti!

Affinando il prompt stesso, partendo dall'immagine che fra il ventaglio di quelle che vengono proposte vi aggrada maggiormente, sarà possibile ottenere un risultato sempre più vicino alle vostre aspettative...o addirittura andare oltre!

L'AI è un amico fedele, è il "servo" che mai si stancherà! Ma questo genio della lampada ci si potrà ritorcere contro?

Lo scorso anno leggevo che ci sono stati diversi vincitori di concorsi fotografici (magari non di grande prestigio o serietà, possiamo dedurre) che si sono affermati grazie alle loro immagini tarocche, generate artificialmente. "Cheffiguradimm"! Cit.

Parliamo comunque dello specchio di una società inquietante, una società di persone arriviste che, pur di apparire, sarebbero disposte a vendere l'anima al diavolo. E per cosa?

Tutto ciò non sorprende dal mio punto di vista, anzi, è perfettamente in linea con un 2024 fatto di vuotezza di contenuti. Persone ridotte a involucri, che spesso passeggiano per il mondo senza sapere di farne parte, che con un banale selfie danno volentieri le spalle alla natura per prevalere, per mostrarsi felici (?) in un luogo iconico solo per poter dire "guardate tutti, IO ci sono stato" oppure "IO sono felice" o "IO posso" e così via. Per fortuna non è sempre così e lungi da me generalizzare.

Non ho scattato questa non foto nelle Montagne Rocciose nordamericane. Ci sono stato più volte fisicamente e vi posso garantire che il paesaggio assolutamente verosmile.

Visto che ogni giorno ci passano davanti agli occhi moltissime foto realistiche generate dall'AI, le nostre foto personali, per le quali magari abbiamo fatto sacrifici di ogni tipo, verranno inesorabilmente affiancate e confrontate nel mare magnum di immagini fake. Non sorprende il fatto che moltissimi fotografi siano scoraggiati da questa rivoluzione. Essere esposti a scene spettacolari ed impattanti, anche se artificiali, può rendere più difficile per le foto reali (seppur di alta qualità e con soggetti strepitosi) avere un vero e sincero riscontro da parte del pubblico!

Tutto sembrerà più alla portata, tutto sembrerà più "normale" con il passare del tempo. E allora che senso avrà fotografare?? (Forse avrà ancor più senso rispetto a prima...ma questo è solo il mio personale punto di vista).

Qualcuno non è turbato dal cambiamento in atto perché sostiene che i risultati generati dall'AI siano comunque definibili come "arte". Ammesso che sia davvero così, si tratterebbe comunque di un tipo di arte decisamente diverso. Di certo non si può parlare di fotografia. È essenziale riconoscere le grandi differenze tra i due mondi, altrimenti ci incammineremmo lungo un percorso davvero infido.

Se ci pensate, quando mettiamo in moto l'algoritmo, lo stesso sta facendo quasi tutto il lavoro per noi, tutto ciò che il presunto "artista" fa è digitare alcuni prompt e selezionare i risultati che ritiene più soddisfacenti. Certo, c'è sempre e comunque la possibilità di post-produrre quella stessa immagine per darle un tocco più personale, ma se è comunque un algoritmo ad occuparsi di quasi tutto il processo, è davvero giusto che il nostro "artista" di turno ne rivendichi il merito creativo?


Proviamo a fare un esempio per capire meglio: immaginiamo di assumere una persona che possa scattare fotografie al nostro posto. Diamo il compito a questa persona di viaggiare in Antartide e immortalare un'immagine con picchi innevati, ghiacciai e possibilmente pinguini. Tra la serie di foto che l'incaricato porterà a casa sceglieremo chiaramente quella che ci aggrada maggiormente, valorizzandola poi con il Photoshop di turno per poi annunciare a gran voce che quella foto straordinaria è nostra! Senza esserci allontanati da casa.

Definirsi proprietario dell'immagine e artista sarebbe corretto? Domanda retorica direi.

Non ho scattato questa non foto in Antartide. Un altro luogo che ho avuto la fortuna di visitare e anche in questo caso, il richiamo è assolutamente veritiero. Tuttavia, scattare una (non) foto del genere avrebbe richiesto molto più studio, perseveranza e fortuna!

Certo, l'immagine qui sopra è straordinaria...l'ho creata in pochi secondi con Midjourney, scrivendo questo semplice prompt: immagine di paesaggio antartico, con vette aguzze e ghiacciai, pinguini su iceberg. Immagine iper realistica, simil foto digitale. atmosfera drammatica --ar 16:9

Qualcuno pensa che io sia un artista per aver fatto questo?


È giusto sottolineare che anche prima dell'avvento dell'AI eravamo già sommersi da mega fantasie realizzate con Photoshop o simili. Per decenni molte persone hanno sposato uno stile di manipolazione estrema, alterando le proprie immagini in maniera brutale. Molte delle foto che potreste trovare qua e là sul web sono in realtà compositi, con primi piani presi in un posto, sfondi presi in un altro, con cieli che sono stati sostituiti con uno immortalato in una situazione o addirittura in un luogo diverso.

(Tuttavia non è questa la sede in cui parlare di etica, di fare distinzioni fra Fotografia e digital art, è un discorso molto articolato e se ne parla spesso durante i workshop).

Prendere il meglio da un gruppo di foto diverse e combinarle non è molto diverso da quello che fa la generazione dell'intelligenza artificiale...ma la potenza di questo nuovo strumento potrà rendere accessibile a chiunque la realizzazione di un "capolavoro", non solo agli smanettoni da divano che quantomeno hanno studiato e investito del tempo per poter ottenere risultati validi (auspicando però che non si definiscano Fotografi naturalisti, aggiungerei).

Una non foto e un non dipinto che però ritrae alla perfezione uno degli scenari che mi ha sempre affascinato sin da giovanissimo: un veliero in tempesta. Un'immagine creata con AI che è in grado di farmi spaziare con l'immaginazione, sognando tempi andati.

Siamo quindi giunti al capolinea della fotografia?

Io personalmente non sono pessimista, anzi. Dipende tutto dal valore che si da alla fotografia stessa, da che cosa vogliamo raccontare in quanto persone senzienti.

Negli anni ho notato una forte evoluzione nel mio approcciare la fotografia. Un'evoluzione naturale.

Mi rendo sempre più conto, osservando i miei lavori e quelli di tutti gli altri fotografi che stimo, che la vera essenza della fotografia e il vero senso di quest'arte straordinaria sta nella persona che si trova dietro allo strumento. Siamo noi, sono le nostre esperienze, la nostra umanità, la nostra sensibilità, la nostra conoscenza, la nostra proiezione verso un futuro migliore.

Non amo le definizioni, non mi piace catalogare tale fotografo o artista.

"Fotografo di paesaggio", "fotografo naturalista", "fotografo reportagista" e così via.

Mi sento piuttosto un convinto ambasciatore della fotografia autobiografica.

Evviva la fotografia autobiografica! Se il nostro obiettivo rimarrà sempre quello di raccontarci attraverso un mezzo (sia esso una macchina fotografica, un pennello o un pianoforte poco importa), ci sarà sempre speranza e non ci preoccuperemo se l'intelligenza artificiale potrà creare qualsiasi contenuto in tempo zero.

Tutto questo ci annoierà. Quantità, quantità, immediatezza. No, non può funzionare.

Studio, tempo, conoscenza, esperienze reali, emozioni, per poi raggiungere un risultato visuale che in qualche modo ci gratificherà e identificherà.

Non verremo di certo ricordati per avere inserito un prompt. Verremo ricordati per il nostro messaggio di vita, per il nostro carattere, per i nostri valori, per le esperienze che faremo e, da fotografi, per le immagini che come un diario di viaggio avranno il compito di illustrare una vita straordinaria!

Siamo straordinari, non dimentichiamolo. Siamo individui, siamo unici e in quanto unici preserviamo il diritto e il piacere di poter lasciare un segno indelebile in questo mondo!

Tutto il resto ha poca importanza.

L'AI è uno strumento stupefacente in molti campi e può rappresentare persino un'inaspettata fonte di ispirazione. Come sempre è l'uso che se ne fa a determinarne le conseguenze.

È e sarà sempre così nell'evoluzione tecnologica.

Un abbraccio,

Andre

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