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Zeusi e Parrasio, una storia antica ma estremamente attuale

Oggi voglio raccontarvi una storia di cui venni a conoscenza tempo fa e che ancora oggi trovo particolarmente affascinante.

È un episodio che ci porta indietro nei secoli, nella Grecia classica, ma che ci fa riflettere su come, nel mondo dell'arte (e dunque anche in fotografia), certi meccanismi restino immutati.

Si racconta della disputa tra due grandi pittori: Zeusi e Parrasio. Entrambi erano considerati, attorno al 400 a.c., i più talentuosi artisti del loro tempo e sulla natura illusionistica delle loro opere si contano numerosi aneddoti.

Per stabilire una volta per tutte chi dei due fosse il più dotato, si sfidarono in una competizione di abilità pittorica. Il giorno stabilito, nella piazza della città, gli autori dovettero portare il proprio dipinto coperto accuratamente da un drappo, in attesa di mostrare al pubblico i lavori per poi essere giudicati.


Zeusi fu il primo a scoprire la propria opera: un tralcio d'uva dipinto con tale realismo che alcuni passerotti, ingannati, tentarono di beccare gli acini!


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Tra gli applausi del pubblico, Zeusi si mostrò fiero del proprio successo e invitò il suo sfidante Parrasio a svelare il suo dipinto, ancora nascosto dietro al drappo.

Parrasio esitava mentre Zeusi lo incalzava.


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Parrasio rispose sorridendo che non ce n'era bisogno, perché il suo quadro non era mai stato coperto.

Fu grande la sorpresa di Zeusi nel constatare che il dipinto del rivale era la raffigurazione del drappo stesso! Zeusi, così come il pubblico presente, rimase sbigottito: lui, con le sue incredibili capacità tecniche, era riuscito a ingannare degli uccelli, ma Parrasio era riuscito ad ingannare l'occhio esperto di un artista.

La vittoria, senza se e senza ma, fu così assegnata a Parrasio.


Che cosa dovrebbe insegnarci questa bella storia?

Che l’arte non si limita a ritrarre la realtà nel miglior modo possibile.

La competizione tra Zeusi e Parrasio mostra l’ideale greco dell’arte come imitazione della natura (mimesis), ma anche come superamento: non solo riprodurre, ma creare un’illusione più vera del vero.

Zeusi aveva illuso creature prive di ragione (gli uccelli), Parrasio invece aveva ingannato un intelletto umano: il suo risultato era considerato quindi superiore.

Se c'è una morale in questa storia la potremmo sintetizzare in questo modo: la vera grandezza dell’arte non sta solo nel copiare bene la realtà, ma nel saper ingannare la percezione e l’intelletto umano, superando così la natura stessa.


Le persone tendono ad amare la perfezione tecnica e tendono a focalizzarsi su quest'ultima, anche in fotografia.

Ma c'è molto altro, oltre alla tecnica. Altrimenti potremmo delegare all'intelligenza artificiale il compito di creare immagini "perfette". Tutto perderebbe di senso.

Produrre immagini che siano dotate di una sorta di "poesia visuale" e che non seguano per forza di cose le regole è essenziale per la nostra realizzazione come artisti.

Istinto, emozioni, creatività, genialità. Creare qualcosa di originale, che ci descriva e che sia frutto di una nostra personale intuizione. Questa dovrebbe essere la strada verso la gratificazione personale, in fotografia e in tutte le arti.

Andre

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