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Un buon motivo per scattare

La fotografia di paesaggio sta evolvendo, dal mio punto di vista. Ho spesso l'opportunità di confrontarmi con voi durante gli eventi in giro per il mondo e mi rendo conto di non essere il solo a pensarlo.

Per anni la paesaggistica è stata riassunta nella seguente maniera:


  • scatta all'alba o al tramonto

  • utilizza il treppiede

  • monta i filtri

  • lunghe attese nel medesimo luogo

  • dita incrociate per la luce migliore


Sicuramente, almeno in parte, questi ingredienti sono ancora presenti oggi on the field. Si sa, quando la luce scende e il sole diventa una lampada dai colori caldi, gli elementi del paesaggio si accendono, così come le nostre emozioni.

È tutto più bello, più speciale, più fugace.


C'è un grosso rischio tuttavia, quello di "accecarci" durante le altre fasi della giornata. O forse di assopirci.

Vorrei partire dal presupposto che ogni esperienza ha un valore inestimabile. Ogni uscita, ogni viaggio vicino o lontano, con o senza fotocamera ha un valore così grande che a volte persino chiudere gli occhi sembrerebbe un peccato. La pandemia ce lo ha insegnato, togliendoci certezze.

Oggi, nel settembre 2024, è ancora possibile uscire di casa, è ancora possibile andare a farsi una camminata in montagna o esplorare il mondo. E allora è giusto farlo ed è giusto attivare tutti e cinque i sensi per poter raccontare un qualcosa di straordinario.

Viaggiare sull'Isola di Socotra mi sembrava quasi impossibile fino a pochi anni fa. Esserci stato due volte, anche in vostra compagnia, mi sembra un sogno.

Un luogo remoto, delicato sotto tutti i punti di vista, contraddittorio e di cui si hanno notizie contrastanti, che spesso distorcono la realtà dei fatti.


Quella mattina ci trovavamo in campeggio al limitare di un impressionante canyon rivestito di alberi Sangue di Drago, i famosi "ombrellini" di Socotra.

L'alba, priva di nubi, non aveva regalato le luci e le sensazioni che avremmo tanto sognato di ritrarre.

Qualche ora dopo, quando il sole era ormai alto in cielo e il paesaggio si faceva quasi indefinito, polveroso e privo di dettagli "taglienti", ricordo di avere invitato gli amici fotografi ad imbracciare la propria attrezzatura, montando un teleobiettivo.

La magia si trovava a chilometri di distanza, incastonata in valli distanti soffocate dalla foschia tipica di metà giornata.

Spesso però ci dimentichiamo che la nostra fotocamera è un'arma, che ci permette di arrivare e di vedere oltre, dove l'occhio umano non può spingersi. È un amplificatore di emozioni e ci regala la possibilità di scomporre il paesaggio in piccole porzioni, per poterci poi immergere...navigando a nostro piacimento.


La foto

Imbracciato il mio 100-400, da sempre la mia lente preferita, scopro che l'essenza delle foresta di Sangue di Drago si trova al di là del canyon. La distesa di alberi è impressionante, sembra finta ed infinita. I vari livelli creati dalla natura stimolano l'occhio ad andare oltre, verso l'orizzonte lontano, immaginandosi terre inesplorate e abitate da animali fantastici o forse dinosauri.

La luce non è "buona" secondo la concezione classica di fotografia di paesaggio ma è eccellente per rappresentare quello che è l'oggettivo ambiente yemenita in un caldo pomeriggio: la fotografia in questo caso si fa documento di un luogo straordinario, con una foresta di alberi endemici che solo qui può essere ammirata.

È allora giusto e anche consigliato dimenticarsi delle "luci da sogno", perché forse di quelle non ce n'è nemmeno bisogno, a volte.

La sincerità di un'immagine scattata in pieno giorno, a volte, ha un valore ancor più grande, anche per il fatto che siamo stati noi ad andare oltre, come se la luce fosse sempre quella giusta...e perché in effetti da un certo punto di vista è così. C'è sempre un buon motivo per scattare.

Questo non significa che si debba sempre scattare, anzi (chi mi conosce bene sa che scatto poco)! Se però siamo mossi ed ispirati da un'emozione, da un momento speciale o da un luogo unico, il motivo per scattare va scovato, perché il rischio è quello di potersene pentire. Ricordiamoci oltretutto che il risultato finale non è mai quello che osserviamo sullo schermino, bensì quello che con la nostra sensibilità otteniamo dopo un'appassionante ed attenta sessione di ottimizzazione dell'immagine (con software dedicati come Photoshop).

Dal punto di vista tecnico realizzare quest'immagine è stato molto semplice: niente cavalletto, niente filtri, massima libertà di composizione. La parte superiore dell'immagine, nel file originale, era più chiara e slavata. Per questo motivo in post produzione ho recuperato in parte le luci per poter mostrare i bellissimi layers sullo sfondo.


Per i più tecnici e curiosi ecco qualche dato:

  • Fotocamera: Canon 5D MKIV

  • Obiettivo: 100-400mm f/4 @ 400mm

  • Tempo di scatto: 1/500

  • Diaframma: f/11

  • Sensibilità ISO: 400

  • Mano libera

Rimane ancora qualche posto disponibile per il prossimo viaggio fotografico sull'Isola di Socotra, in programma per febbraio/marzo 2025!

Per chi fosse interessato, ecco a questo link il programma: PHOTO TOUR A SOCOTRA 2025 Un abbraccio e alla prossima storia,

Andre

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